venerdì 31 dicembre 2010

[Amiga] The Chaos Engine


Signori, Signore, semplicemente uno dei migliori giochi al mondo!

Un 'classico' (1993) top-down con ambientazioni steampunk.
Se qualcuno crede di conoscerlo meglio di me.. si faccia avanti.

Ambientazione

Sometime in the last century an experiment with time space and early computer created a bizzarre machine..

Altrough primitive, the machine became incredibly powerful and turned against its own creator.. 
Its power to corrupt time and matter was out of control. A cloud of chaos descended over the land. Humans and animals were turned into ravenous beasts..

The results were soon discovered..

In questo mondo Baron Fortesque, uno scienziato  sviluppa una macchina a vapore in grado di eseguire operazioni sulla natura stessa dello spazio tempo: Chaos Engine. Questa macchina inizia però a evolvere senza controllo riescendo ad assimilare il suo stesso creatore. La macchina inizia a creare macchine per la propria difesa e espandendosi scaraventa il Regno Unito nel caos. Per evitare il collasso del paese un gruppo di mercenari vengono assoldati per eliminare il problema alla radice.



Personaggi




 Sono disponibili all'inizio del gioco 6 personaggi:
















 - Navvie: il più potente espandibile e lento dei 6 personaggi. Adatto per il giocatore già maturo, specialmente se giocatore singolo. Arma secondaria (la dinamite) devastante.
- The Thug: il fratello stupido di Navvie. Armi inefficace, poca possibilità di crescere.
- Mercenary: leggermente meno potente di The Thug, arma simile, leggermente migliore, più intelligente.
- Brigand: il mio secondo personaggio preferito. Leggermente meno potente di Navvie, è più agile e versatile sin dalle prime fasi del gioco.
- Gentleman: poco potente, arma secondaria del tutto inutile (mappa)

- The Preacher (versione US: The Scientist) idem come gentleman - arma secondaria molto migliore.



Livelli e Dinamica di Gioco

L'avventura si sviluppa su 4 mondi di 4 livelli ognuno:

The Forest


Workshops




Fortesque Mansion


Sewers


Dopo ogni livello, sono disponibili le statistiche e le percentuali di successo:



Ogni due livelli, i crediti acquisiti uccidendo i mostri incontrati possono essere spesi per incrementare le caratteristiche del personaggio migliorando la portata  o la potenza delle armi, comprando vite o armi secondarie.



Ogni mondo, è rilasciata una password (secondo un codice che non sono riuscito a decifrare..) - ecco qui alcuni trucchi!

Sono disponibili diverse "uscite" da un livello che corrispondono ad altrettanti percorsi paralleli all'interno dei mondi. Queste vengono attivate mediante speciali piloni che si trovano in giro per il livello. Tali percorsi possono essere intrecciati e ovviamente sono più o meno facili e lunghi. Consiglio in generale: le uscite "B"!
 Press Reaction
“Combining stunning programming and excellent games design, The Chaos Engine is a true masterpiece." AMIGA FORCE

“The Chaos Engine is a classy slice of guns-blazing, gritted-teeth action” THE ONE

“There are so many avenues of gameplay it'll turn your head inside out... it'll take you months to get bored of this one!” COMPUTER & VIDEO GAME
Awards
SEGA Awards 1994 Best Action Game
SEGA Awards 1994 Best 3rd Party Game of the Year
POWERPLAY Multi Player Game of the Year


venerdì 17 dicembre 2010

[Politica] Manifestazioni


Altre suggestive immagini qui qui e qui.

Qual è il senso di una manifestazione? In che modo delle persone che pretendono di fare parte di una società civile, e quindi scelgono di impegnarsi, di manifestare, possono reagire e indignarsi? Ecco una riflessione, forse ingenua, forse parziale, troppo leggera, ma che condivido.

Di Roberto Saviano:

CHI HA LANCIATO un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestando per dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica, nuove idee.

Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, le sciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercando in ogni modo di mostrare un'altra Italia.

I passamontagna, i sampietrini, le vetrine che vanno in frantumi, sono le solite, vecchie reazioni insopportabili che nulla hanno a che fare con la molteplicità dei movimenti che sfilavano a Roma e in tutta Italia martedì. Poliziotti che si accaniscono in manipolo, sfogando su chi è inciampato rabbia, frustrazione e paura: è una scena che non deve più accadere. Poliziotti isolati sbattuti a terra e pestati da manipoli di violenti: è una scena che non deve più accadere. Se tutto si riduce alla solita guerra in strada, questo governo ha vinto ancora una volta. Ridurre tutto a scontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazioni e così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro vengano raccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre e lacrimogeni. Bisognerà organizzarsi, e non permettere mai più che poche centinaia di idioti egemonizzino un corteo di migliaia e migliaia di persone. Pregiudicandolo, rovinandolo.

Scrivo questa lettera ai ragazzi, molti sono miei coetanei, che stanno occupando le università, che stanno manifestando nelle strade d'Italia. Alle persone che hanno in questi giorni fatto cortei pieni di vita, pacifici, democratici, pieni di vita. Mi si dirà: e la rabbia dove la metti? La rabbia di tutti i giorni dei precari, la rabbia di chi non arriva a fine mese e aspetta da vent'anni che qualcosa nella propria vita cambi, la rabbia di chi non vede un futuro. Beh quella rabbia, quella vera, è una caldaia piena che ti fa andare avanti, che ti tiene desto, che non ti fa fare stupidaggini ma ti spinge a fare cose serie, scelte importanti. Quei cinquanta o cento imbecilli che si sono tirati indietro altrettanti ingenui sfogando su un camioncino o con una sassaiola la loro rabbia, disperdono questa carica. La riducono a un calcio, al gioco per alcuni divertente di poter distruggere la città coperti da una sciarpa che li rende irriconoscibili e piagnucolando quando vengono fermati, implorando di chiamare a casa la madre e chiedendo subito scusa.

Così inizia la nuova strategia della tensione, che è sempre la stessa: com'è possibile non riconoscerla? Com'è possibile non riconoscerne le premesse, sempre uguali? Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il "blocco nero" o come diavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere del movimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il Subcomandante Marcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavano di smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelli quello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cui scintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto più pericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualche secondo.

Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo di delegittimare chi scende in strada, cercherà di terrorizzare gli adolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazza e vi torneranno pesti di sangue e violenti. Ma agli imbecilli col casco e le mazze tutto questo non importa. Finito il videogame a casa, continuano a giocarci per strada. Ma non è affatto difficile bruciare una camionetta che poliziotti, carabinieri e finanzieri lasciano come esca su cui far sfogare chi si mostra duro e violento in strada, e delatore debole in caserma dove dopo dieci minuti svela i nomi di tutti i suoi compari. Gli infiltrati ci sono sempre, da quando il primo operaio ha deciso di sfilare. E da sempre possono avere gioco solo se hanno seguito. E' su questo che vorrei dare l'allarme. Non deve mai più accadere.

Adesso parte la caccia alle streghe; ci sarà la volontà di mostrare che chi sfila è violento. Ci sarà la precisa strategia di evitare che ci si possa riunire ed esprimere liberamente delle opinioni. E tutto sarà peggiore per un po', per poi tornare a com'era, a come è sempre stato. L'idea di un'Italia diversa, invece, ci appartiene e ci unisce. C'era allegria nei ragazzi che avevano avuto l'idea dei Book Block, i libri come difesa, che vogliono dire crescita, presa di coscienza. Vogliono dire che le parole sono lì a difenderci, che tutto parte dai libri, dalla scuola, dall'istruzione. I ragazzi delle università, le nuove generazioni di precari, nulla hanno a che vedere con i codardi incappucciati che credono che sfasciare un bancomat sia affrontare il capitalismo. Anche dalle istituzioni di polizia in piazza bisogna pretendere che non accadano mai più tragedie come a Genova. Ogni spezzone di corteo caricato senza motivazione genera simpatia verso chi con casco e mazze è lì per sfondare vetrine. Bisogna fare in modo che in piazza ci siamo uomini fidati che abbiano autorità sui gruppetti di poliziotti, che spesso in queste situazioni fanno le loro battaglie personali, sfogano frustrazioni e rabbia repressa. Cercare in tutti i modi di non innescare il gioco terribile e per troppi divertente della guerriglia urbana, delle due fazioni contrapposte, del ne resterà in piedi uno solo.

Noi, e mi ci metto anche io fosse solo per età e per - Dio solo sa la voglia di poter tornare a manifestare un giorno contro tutto quello che sta accadendo - abbiamo i nostri corpi, le nostre parole, i colori, le bandiere. Nuove: non i vecchi slogan, non i soliti camion con i vecchi militanti che urlano vecchi slogan, vecchie canzoni, vecchie direttive che ancora chiamano "parole d'ordine". Questa era la storia sconfitta degli autonomi, una storia passata per fortuna. Non bisogna più cadere in trappola. Bisognerà organizzarsi, allontanare i violenti. Bisognerebbe smettere di indossare caschi. La testa serve per pensare, non per fare l'ariete. I book block mi sembrano una risposta meravigliosa a chi in tuta nera si dice anarchico senza sapere cos'è l'anarchismo neanche lontanamente. Non copritevi, lasciatelo fare agli altri: sfilate con la luce in faccia e la schiena dritta. Si nasconde chi ha vergogna di quello che sta facendo, chi non è in grado di vedere il proprio futuro e non difende il proprio diritto allo studio, alla ricerca, al lavoro. Ma chi manifesta non si vergogna e non si nasconde, anzi fa l'esatto contrario. E se le camionette bloccano la strada prima del Parlamento? Ci si ferma lì, perché le parole stanno arrivando in tutto il mondo, perché si manifesta per mostrare al Paese, a chi magari è a casa, ai balconi, dietro le persiane che ci sono diritti da difendere, che c'è chi li difende anche per loro, che c'è chi garantisce che tutto si svolgerà in maniera civile, pacifica e democratica perché è questa l'Italia che si vuole costruire, perché è per questo che si sta manifestando. Non certo lanciare un uovo sulla porta del Parlamento muta le cose.
Tutto questo è molto più che bruciare una camionetta. Accende luci, luci su tutte le ombre di questo paese. Questa è l'unica battaglia che non possiamo perdere.
Ed ecco una risposta di uno studente.


martedì 7 dicembre 2010

[Linux] Perl

Perl è un linguaggio di programmazione (una specie di linguaggio interpretato (ma la questione non è banale)) che eredita molte delle caratteristiche del C, dell'awk, di sed e di chissà quanti altri linguaggi, creato nel 1987 da Larry Wall (un tipo.. interessante!).

Perl è un ottimo strumento per la manipolazione di stringhe e testo (leggi espressioni regolari) e per le sue caratteristiche è usato da moltissimi sistemisti. (Perl non è un acronimo, anche se ci si riferisce a questo linguaggio come al Practical Extraction and Report Language) pensato per essere facile da imparare e intuitivo (il motto preferito dai perlisti è TMTOWTDI). Questo NON significa che non possa essere utilizzato in modo del tutto incomprensibile. Il numero di moduli ne testimonia l'evoluzione a tutto campo.

http://www.perl.org/

per chi come me volesse cominciare

http://www.perl.org/learn.html


Barzelletta per voi

#!/usr/bin/perl
# joke1.pl
use strict;
use strict;
my @questions = qw(Java Python Perl C);
my @punchlines = (
    "None. Change it once, and it's the same everywhere.",
    "One. He just stands below the socket and the world revolves around him.",
    "A million. One to change it, the rest to try and do it in one line of code.",
    '"CHANGE?!!"'
);
print "Please enter a number between 1 and 4: ";
my $selection = <STDIN>;
$selection -= 1;
print "How many $questions[$selection] ";
print "programmers does it take to change a lightbulb?\n\n";
sleep 2;
print $punchlines[$selection], "\n";
                                                                (fonte: Beginning Perl, 3rd ed)

lunedì 6 dicembre 2010

[Film] Scandalo a Filadelfia



Voto:  7.5 

Il Film: ('eh.. mi sono un po' addormentata') 
Commedia americana centrata su una donna (magrissima) divorziata  e alle prese con un nuovo matrimonio. Reggono la scena i dialoghi, le gag e le relazioni tra i personaggi. Ci sono i giornalisti che fingono di essere amici, la protagonista che finge di essere innamorata, l'ex marito che finge di essere disinteressato...e nel frattempo si sviluppa il tema della figura femminile (dea o donna? emancipata o "tradizionale"?), il tema politico dell'essere americano (Filadelfia, città della costituzione) e delle differenze sociali e la critica ironica a una struttura borghese e rigida della buona società.

Trama

Tracy Lord è una viziata ed altezzosa ragazza dell'alta società di Filadelfia. Stanca del marito Dexter Haven divorzia e lo sbatte fuori di casa. Successivamente si innamora di George, un nouveau riche, buono e lavoratore ma anche un po' noioso, e decide di risposarsi. Dexter, sempre innamorato della ex moglie, incarica un giornalista di una rivista scandalistica di appiccicarsi alle costole di Tracy, cercando nel frattempo in tutti i modi di mandare a monte le nozze. Il giornalista riuscirà a far capire a Tracy chi ama in realtà.

domenica 28 novembre 2010

[Film] Blade Runner


Voto: 8

Il film: Un cult. Ispirato al romanzo Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (1968, P.K. Dick), presenta in realtà notevoli differenze. 

Nel libro, ambientato in una lontana Los Angeles , gli androidi sono delle "macchine", dei replicanti assolutamente perfetti incapaci di provare empatia, sentimento che invece caratterizza la comunità collettiva umana per mezzo delle "scatole empatiche". Il protagonista, un cacciatore di taglie con il desiderio di possedere un vero animale, lotta con la propria coscienza per riuscire ad uccidere i replicanti sfuggiti al controllo umano. Il riconoscimento di un androide avviene tramite un test empatico (Voight-Kampff), ed è sempre più difficile dato il livello tecnologico dei droidi.

Nel film questo aspetto si perde: l'androide Rachel con il quale il protagonista ha una storia è ben lontana dalla squallida Rachel del libro. La città, (che può ricordare Metropolis), è sovraffollata, caotica e umida (e la gente gira con questi), mentre nel libro è deserta. Il film eredita però le problematiche profonde, che anche senza scomodare Cartesio, coinvolgono il senso dell'essere (umano o androide) e una riflessione sull'etica del progresso. E' ad esempio interessante (e del resto impossibile non) interrogarsi sulla vera natura di Deckard.

Il film si conclude la celebre frase di Roy:
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”


Trama:

Sei replicanti sono fuggiti dalle colonie extramondo e hanno cercato di introdursi nella fabbrica dove sono stati prodotti, nella speranza di riuscire a modificare la loro imminente data di termine. Uno di questi dopo essere stato riconosciuto è riuscito a scappare sparando all'agente che lo stava sottoponendo ad un test per il riconoscimento dei replicanti. Deckard viene allora forzatamente richiamato in servizio per ritirare i replicanti. Per provare il test, sottopone Rachel al Voight-Kampff scoprendo a sorpresa la sua vera identità di replicante.
Attraverso le indagini Deckard scopre che una spogliarellista è una dei replicanti e riesce a raggiungerla ed a ritirarla.
Il capitano Bryant informa Deckard che dovrà ritirare anche Rachael, che è scomparsa dalla Tyrell dopo aver subìto il test. Deckard decide di graziare Rachael e di nasconderla a casa sua, dove i due si innamorano. Gli altri replicanti uccidono il dott. Tyrell, il loro creatore, cavandogli gli occhi con i pollici.
Deckard si reca nell'appartamento dei replicanti e li affronta, scappando poi con Rachel.

giovedì 25 novembre 2010

[Politica] Manifestazioni e Manganelli

Gli avvenimenti di oggi, durante la manifestazione studentesca:
DUE CONTUSI A LORETO - In piazzale Loreto, all'angolo con viale Gran Sasso, manifestanti e forze dell'ordine sono arrivati due volte al contatto. Nel primo caso si è trattata di una carica di alleggerimento, nel secondo caso i tafferugli sono esplosi con maggiore violenza. Le cariche, a colpi di manganello, sono scattate sulla scala della stazione e lungo i binari del tram. Sono due i giovani rimasti contusi alla testa e al volto da alcune manganellate. Un centinaio di studenti ha presidiato per un paio d'ore l’incrocio tra viale Abruzzi e viale Gran Sasso, circondati da poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Il corteo degli studenti si è poi mosso verso la facoltà di Fisica della Statale, dove una trentina di ricercatori del Politecnico è salita sul terrazzo per protestare contro il ddl Gelmini.

«CARICATI SELVAGGIAMENTE» - Gli organizzatori del corteo, dal tetto della Facoltà di Fisica, hanno parlato di «carica selvaggia» e di «brutale aggressione» da parte delle forze dell'ordine. La questura ha invece precisato che in entrambi i casi si è trattato di brevi tafferugli per impedire al corteo di recarsi, in un caso a occupare la stazione Fs di Lambrate, e nell'altro di continuare a sciamare per le vie della città e che comunque «si trattava di percorsi non autorizzati», diversi da quelli concordati per il corteo. Durante la conferenza stampa sul tetto del Politecnico, gli organizzatori del corteo hanno parlato di 6-7 feriti tra i manifestanti. Il 118 ha trasportato una sola persona da viale Abruzzi: si tratta di uno studente di 18 anni dell'Istituto Manzoni, che è stato portato al Fatebenefratelli in codice verde. Il giovane, la cui posizione giuridica è in corso di valutazione da parte della questura, avrebbe riportato un «trauma cranico e una contusione facciale». Altri due o tre manifestanti, durante i tafferugli sono stati visti doloranti, tra cui un paio di ragazze. Secondo gli studenti sono andati da soli al pronto soccorso per farsi sottoporre ad accertamenti. La questura ha precisato che nessuno studente è stato posto in stato di fermo.
DE CORATO: DANNI PER 60 MILA EURO - «Almeno 60mila euro». A tanto ammontano, secondo il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, i danni provocati dal corteo degli studenti. Un corteo, «il 18esimo da inizio anno», che per De Corato si è trasformato nell'«ennesimo brutto spettacolo e che si è distinto, tra l'altro, per i tafferugli con le forze dell'ordine in via Boiardo, a Loreto e viale Abruzzi, l'occupazione dell'Agenzia delle Entrate e l'irruzione in Università». Disordini che «mascherano l'ennesimo flop perché il canovaccio è stato recitato dallo 0,3% degli studenti milanesi (500 persone su 150 mila), ma costerà alla collettività».

                                                             (Redazione Online, Corriere della Sera)

Le dichiarazioni di De Corato si commentano da sole.

Questo è l'ennesimo video che documenta le ennesime manganellate, partite ancora una volta senza un motivo apparente.

























Qui altre immagini


http://milano.corriere.it/milano/gallery/milano/11-2010/scuola/2/corteo-scontri-la-polizia_23a6c2fa-f899-11df-a985-00144f02aabc.shtml


D'altra parte, cosa possiamo aspettarci in un paese dove la gente guarda questo:

http://tv.repubblica.it/dossier/la-protesta-degli-studenti/proteste-studenti-fede-gentaglia-bisognerebbe-menargli/57178?video=&pagefrom=1&ref=HREA-1


Il corteo si è concluso a fisica, dove una trentina di ricercatori hanno occupato il tetto di fisica.

RICERCATORI SUL TETTO - «Vogliamo una discussione pubblica, con un vero contraddittorio, perché la gente non sa che cosa si sta facendo all'Università», hanno chiesto i ricercatori. «Sono mesi che protestiamo - dice Alessandro Dama, ricercatore - nonostante manifestazioni, mozioni di facoltà e del Consiglio Accademico che sostegno le nostre ragioni e le nostre perplessità non riusciamo ad ottenere l'attenzione dei media e del pubblico. Non è un caso se un'università ha comprato una intera pagina, a pagamento quindi, su un quotidiano (il Corriere, ndr). E di conseguenza la Gelmini riesce così a spacciare una riforma contro i giovani come una riforma contro i baroni». «Ci stiamo organizzando per la notte, perché abbiamo deciso di proseguire il presidio, per ora rimarremo qui questa notte con un gruppetto di una quindicina di colleghi, poi si vedrà», ha spiegato uno dei coordinatori della protesta.

Non riesco a non essere critico. Fisica si sta trovando ad essere (senza un ottimo motivo) logisticamente un centro abbastanza attivo nelle proteste. Il gruppo dei ricercatori, all'interno dei vari CCD e CDF è tra i più attivi. Eppure, il gruppo che oggi ha deciso per l'occupazione del tetto era totalmente disorganizzato, senza striscioni, megafoni, senza neppure una chiara idea di cosa si stava facendo. Si è fatto fatica a trovare qualcuno per rilasciare dichiarazioni ai telegiornali.. e ancora una volta non vedo quello che vorrei.

Questo è il comunicato elaborato:
Siamo sul tetto di Fisica!
Siamo ricercatori e studenti in mobilitazione contro il ddl Gelmini e l’affossamento dell’università e della ricerca pubbliche. Oggi abbiamo manifestato in piazza a Milano, dando voce al dissenso del mondo universitario proprio mentre alla Camera era in discussione un ddl inaccettabile sia nel merito che nel metodo con cui viene imposto.
Dopo la giornata di proteste e mobilitazioni in tutta Italia, la discussione del ddl è slittata a martedì 30 novembre, una piccola ma importante vittoria. Nonostante anche oggi i manganelli di Maroni abbiano provato a zittire chi manifesta per salvare l’istruzione pubblica, non avremo paura di tornare in piazza per bloccare definitivamente “questa riforma”.
Il ministro Gelmini ha dimostrato di non essere in grado di gestire una riforma seria del sistema universitario che non può essere determinata dai tagli imposti dal Ministro dell’ Economia. La giornata di oggi in piazza ha dimostrato un’altra volta che questo è un governo debole che sa rispondere unicamente con la propaganda e con la forza.
Siamo in mobilitazione permanente, da oggi nuovamente nelle strade e sui tetti della città; per domani invitiamo chiunque abbia a cuore il futuro dei giovani e del paese a partecipare ad una grande assemblea pubblica. Da questa sera passate a trovarci sul tetto di Fisica, per guardare insieme il cielo nella speranza di vedere una (Maria) Stella cadente.
>> MOBILITAZIONE PERMANENTE SUL TETTO DI FISICA
>> VENERDì 26/11 ORE 12.00, VIA CELORIA 16: ASSEMBLEA PUBBLICA!
Ricercatori e studenti dal tetto
http://cttastudi.noblogs.org
www.rete29aprile.it

lunedì 22 novembre 2010

[Linux] Compiz

Ecco una cosa di cui non sono un fanatico, appena installata e configurata sul pc di un amico. Il mio pensiero è: se volete sprecare le risorse del vostro sistema e siete attratti come falene dagli effettini, fate pure e divertitevi. Io non mi sento un fanatico, ma meno c'è, meglio è. Provare per credere.

Per usare una metafora sportiva: quando giocavo a beach volley (esercizio: confrontare il # di culi qui, qui e qui), il mio allenatore una volta disse che schiacciare fa bagnare le fighe, ma non serve a fare punto. 


Compiz is an OpenGL compositing manager that use GLX_EXT_texture_from_pixmap for binding redirected top-level windows to texture objects. It has a flexible plug-in system and it is designed to run well on most graphics hardware.

Okay, this description isn’t really meaningful. In a nutshell, Compiz is a compositing manager, which means that it enhances the overall user interaction by adding fancy effects to your windows, from drop shadows to awesome desktop effects like the Desktop Cube or the Expo
Compiz can also be a window manager, which means that it is the software between you and your desktop apps. It enables you to move or resize windows, to switch workspaces, to switch windows easily (using alt-tab or so), and so on.
       http://www.compiz.org/


[Politica] Citazioni leghiste


Leggo  qui e ripropongo a mia volta. 


Non intendo usare il lavoro di altri, sia chiaro. Sto creando anche io un mio piccolo database.
  • Gli immigrati bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne, che quelli del centrosinistra che vanno con i culattoni. (Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo)
  • Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe e li rispediremo a casa a calci nel culo! (Mario Borghezio, europarlamentare)
  • Per i negri bisognerebbe usare pallottole di gomma e prendergli le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù. (Erminio Boso, europarlamentare)
  • La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Gli omosessuali devono smetterla di vedere discriminazioni dappertutto. Dicano quello che vogliono, la loro non è una condizione di normalità. (Flavio Tosi, sindaco di Verona)
  • Nella vita penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga. (Renzo Bossi, consigliere regionale della Lombardia)
  • Gli omosessuali? La tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove sono sempre stati... anche nelle foibe. (Giancarlo Valmori, assessore all’ambiente di Albizzate)
  • A Gorgo hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e didietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella e a sua madre. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Carrozze metro solo per milanesi. (Matteo Salvini, eurodeputato)
  • Sono stato, sono e rimarrò un razzista secondo le ultime direttive UE poichè credo, e aspetto smentita da quei pochi che mi leggono, che certe notizie riportate solo da Il Giornale definiscano chiaramente che tra razza e razza c'è e ci deve essere differenza. (Giacomo Rolletti, assessore all’ambiente di Varazze)
  • Gli sciacalli vanno fucilati. Bisogna dare alle forze dell'ordine l'autorità di provvedere all'esecuzione sul posto. Ci vuole la legge marziale. (Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso)
  • Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • I disabili nella scuola? Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utile metterli su percorsi differenziati. (Pietro Fontanini, presidente della provincia di Udine)
  • Siamo in un Paese libero, o no? E poi la cosa che mi fece più arrabbiare non furono le botte, ma gli insulti. Ebreo. A me. Capito? (Mario Borghezio, eurodeputato)
  • E' un reato offrire anche solo un the caldo ad un immigrato clandestino. (Luca Zaia, presidente della regione Veneto)
  • Viva la famiglia e abbasso i culattoni! (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Rispediamo gli immigrati a casa in vagoni piombati. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Finché ci saremo noi, i musulmani non potranno pregare in comunità. (Marco Colombo, sindaco di Sesto Calende)
  • Vergognati, extracomunitario! (Loris Marini, vicepresidente della sesta circoscrizione di Verona)
  • Se ancora non si è capito essere culattoni è un peccato capitale. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Parcheggi gratis per le famiglie, esclusi stranieri e coppie di fatto. (Roberto Anelli, sindaco di Alzano)
  • Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari: io ne ho distrutti due a Treviso. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • E' proprio per questo che invito ad assumere trevigiani: i meridionali vengono qua come sanguisughe. (Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso)
  • Se non ci sarà il federalismo, ci potrà essere la secessione. (Roberto Castelli, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti)
  • Noi ci lasciamo togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici di merda. (Mario Borghezio, eurodeputato)
  • Mi faccia una lega! (Gino Volta, consigliere comunale di Castel San Pietro Terme, su un paio di slip regalati al sindacoSara Brunori)
  • Le nozze miste, in linea di massima, durano poco e producono più danni che fortune. (Marco Rondini, deputato)
  • L'immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso. Cosa facciamo degli immigrati che sono rimasti in strada dopo gli sgomberi? Purtroppo il forno crematorio di Santa Bona non è ancora pronto. (Piergiorgio Stiffoni, senatore)
  • Siamo stanchi di sentire in tv parlare in napoletano e romano. (Luca Zaia, presidente della regione Veneto)
  • Oggi abbiamo avuto notizia che si è suicidato un mafioso, un ex 41 bis, detenuto del carcere di Catania. Certo che se altri pedofili e mafiosi facessero la stessa cosa non sarebbe affatto male. (Gianluca Buonanno, deputato)
  • Se dovessimo celebrare in Friuli Venezia Giulia i 150 anni dovremmo issare sul pennone la bandiera austro-ungarica. (Edouard Ballaman, presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia)
  • Fermiamo per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari. (Matteo Salvini, eurodeputato)
  • E' inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici. (Davide Boni, capodelegazione nella giunta regionale della Lombardia)
  • Gli islamici rompono il cazzo nelle scuole e vorrebbero privarci dei nostri simboli. (Mario Borghezio, europarlamentare)
  • I gommoni degli immigrati devono essere affondati a colpi di bazooka. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)

domenica 21 novembre 2010

[Film] Tokyo Godfathers

Voto: 8.5



Il film:
Dal remake di un western di John Ford, uno spettacolare film di animazione di Kon Satoshi (che ha diretto anche Paprika). A tratti è impossibile non pensare ad Almodovar (ad esempio a Tutto su mia madre). I disegni - spettacolari - seguono i toni molto alternanti del film - dal realismo al delirio onirico: dalla rappresentazione dei dettagli alle espressioni dei volti assurdamente distorte - e rendono estremamente interessante un film già pieno di spunti (la famiglia, il significato della riconciliazione e dell'esilio.. ).

Scheda e Commenti.


Trama
A Tokyo, durante la notte di Natale una ragazzina scappata di casa, un travestito e un barbone trovano tra i rifiuti una bambina. Decidono allora di ritrovare i genitori, intraprendendo una vera e propria odissea nella sterminata città innevata.

martedì 16 novembre 2010

i films

In questa sezione, qualche suggerimento:
http://skylarkofspace.blogspot.com/p/films.html

L'intenzione è aggiungerci qualche commento, senza grosse pretese intellettuali, che lascio a chi questo fa davvero questo mestiere.

buon divertimento!

giovedì 11 novembre 2010

Email con Telnet

Telnet è un (vecchio) protocollo di rete basato su TCP. Il suo uso è oggi altamente sconsigliato data la sua estrema vulnerabilità (le sessioni telnet non sono criptate). Un utilizzo classico è collegarsi via telnet alla porta 25 (sulla quale tipicamente è in ascolto un server SMTP) per effettuare il debugging di un server di posta. E' possibile, ad esempio, inviare un messaggio di posta via telnet.

Ovviamente e' necessario conoscere l'indirizzo del server smtp da usare, che in generale può anche essere diverso da quello del vostro ISP (se non sapete di cosa sto parlando, fatevi un giro tra le impostazioni del vostro client di posta). Chiaramente non è difficile trovare in rete una lista di servers smtp.

Ovviamente controllate le impostazioni del vostro firewall ed eventualmente aprite un buco opportuno. La porta 25 è la porta standard, ma eventualmente dovrete connettervi su altre porte.

In maniera altrettanto ovvia vi potete aspettare di non riuscire a mandare e-mail da server SMTP "esterni"  (usandoli come open relay: dovreste ricevere errori tipo: relay access denied) senza dovervi autenticare per ovvie ragioni. A meno che non siano configurati davvero male.

Ecco qui un esempio: buon divertimento con il VOSTRO server SMTP

luke@edi:~$ telnet $MAILOUTESEMPIOPUNTOIT 25
Trying $IPDIMAILOUTESEMPIOPUNTOIT
Connected to $MAILOUTESEMPIOPUNTOIT.
Escape character is '^]'.


 S: 220 welcome ESMTP Postfix
 C: HELO mydomain.com
 S: 250 Hello mydomain.com
 C: MAIL FROM: <sender@mydomain.com>
 S: 250 sender@mydomain.com ... Sender ok
 C: RCPT TO: <you@example.com>
 S: 250 you@example.com ... Recipient Ok
 C: DATA
 S: 354 End data with "."
 C: Subject: who needs viagra? or a fake rolex?
 C: From: sender@mydomain.com
 C: To: you@example.com
 C:
 C: questa è una prova.
 C: .
 S: 250 Ok: queued as 145345
 C: QUIT
 

martedì 9 novembre 2010

Scegliere è un diritto in un paese civile

Leggo qui e ripropongo.


Lo spot pro eutanasia creato dall'associazione Exit International, bloccato dall'autorità per le comunicazioni australiana è ora rilanciato in Italia dall'Associazione Luca Coscioni.
La versione italiana dello spot, interpretato in italiano dalla voce di Toni Garrani, sarà trasmessa inizialmente da Telelombardia, ma si allargherà ad altre emittenti locali e nazionali nella misura in cui saranno stati raccolti i fondi: per ciascun euro di versamenti da parte degli utenti, l'Associazione Luca Coscioni si impegna a investire un altro euro nella programmazione, raddoppiando così l'impatto pubblicitario.
Per contribuire all'iniziativa clicca qua e specifica la causale: "Spot eutanasia". 


ecco il video: http://vimeo.com/15398159

discussione sul video http://daily.wired.it/aconfronto/politica/spot-pro-eutanasia.html.
Notevole, davvero notevole, l'intervento del senatore del PD Luigi Bobba (teodem) almeno per uno che dovrebbe far parte di un partito laico e riformista.

per chi non conoscesse l'associazione http://www.lucacoscioni.it/

domenica 7 novembre 2010

Risultati intermittenti

Incoraggiato dai miei primi successi, ho deciso che è arrivato il momento di mettere a frutto tutte le ore passate a fare conti su circuiti fittizi e costruire un circuito vero, utilizzando con professionalità il materiale procuratomi.

Lo schema del circuito è il seguente:
Mentre il codice è il seguente:

Questo è il risultato: potete inviarmi i vostri applausi via e-mail.

Credits:

grazie a Michele (l'autore del magico video) che evidentemente ne sa molto più di me di elettronica etc :)


Amiga



Nuova sezione del blog!

http://skylarkofspace.blogspot.com/p/amiga.html

venerdì 5 novembre 2010

Qualcuno sa perchè



Gli Offlaga Disco Pax sono un gruppo di quelli duri. 

Ascoltare una loro canzone è come fare a botte in una fredda giornata di inverno. I loro testi non sono mai cantati ma recitati. Ogni canzone riflette il metallico stridore della disillusione, il grido di una Emilia Romagna negli anni '70 o della Praga post-comunista mai così umane, mai così vicine. In ogni momento pulsano di una ideologia a bassa intensità che pervade vibrando ogni storia, da quella della statua di Lenin a Cavriago a quelle dei campetti di cui parla il testo che riporto. Tanti i dettagli che colpiscono. Tanti i rimandi ai CCCP.


Cioccolato I.A.C.P.!

La mia adolescenza moderatamente inquieta e trascorsa in un blocco di caseggiati dell'Istituto Autonomo Case Popolari.
un luogo protettivo dove i miei amichetti conobbero le droghe pesanti senza passare dal via.
quel gruppo era la prova, solo allora vivente, che quelle leggere non sempre hanno la colpa di tutto.
era un quartiere caratterizzato da una solidarietà sempre meno intensa anno dopo anno
e i cambiamenti della popolazione furono rapidi
ma il nostro campetto era sempre lo stesso
al campetto i tossici giocavano a pallone con noi ragazzini senza alcun timore di venire cacciati l'ordine del segretario della sezione del partito comunista era: potete stare qui ma non spacciate ai nostri figli e non vi fate davanti a loro
non andò proprio così ma almeno ci aveva provato
quel campetto attirava gente strana, era una terra di tutti e quindi di nessuno, ma molto attrezzata: panchine, verde, il centro sociale degli anziani sempre aperto
lo spettacolo della tombola pomeridiana con gli strafattoni che duellavano con i fagioli insieme alle pensionate era stupefacente molto più della facile battuta
molto più divertente del bingo di adesso
la loro presenza e le loro debolezze attiravano alcune ragazze dall'estrema periferia del nostro impero
una era addirittura di Roncocesio che per noi pionieri era come dire Vladivostok
eppure Barbara ogni santa giornata, non si sa come, compariva al campetto
capelli biondi stratinti
rossetto da battona autoprodotta naso tempestato di punti neri e quindici anni molto randagi
dopo aver ripetuto spesso la terza media senza alcun giovamento aveva piantato la scuola e ogni volta che poteva scappava dalla sua frazione agricola per raggiungere un centro del mondo abbastanza ipotetico
Barbara era un tormento ormonale irresistibile
le leggende su di lei si sprecavano
un pomeriggio passò sotto la mia finestra spalancata camminava torva vicino al davanzale nera con il suo trucco esagerato e i suoi pori dilatati
al mio timido saluto si illuminò e disse: dammi qualcosa da mangiare
varcò la soglia di casa mia circospetta ma quando le presentai del pane e un pezzo di cioccolata ci si avventò grata e felice
in quel caseggiato proletario nutrire un'affamata pareva dare ancora qualche soddisfazione
lei, lei con una ricrescita di due centimetri e la permanente disfatta - dettagli a cui non diedi molta importanza - si accomodò sul letto senza nemmeno guardarmi e non credo ricordasse il mio nome ma pareva molto più serena ora che stava mangiando
mi misi al suo fianco e mi sentii inadeguato alla sua esuberanza mentre io ancora mi attardavo in giornali porno
tentai una conversazione che non venne nemmeno vagamente considerata, non mi ascoltava, ma poi disse: sei stato carino i miei amici grandi sono solo degli stronzi non sono come te sei un ragazzo pulito e per bene
adesso, adesso ti faccio un pompino
no no no non dice sul serio aiuto, terrore, molto più che per i tossici
mi rendo conto molto in fretta che ci sono cose per cui non serve la licenza media
dopo qualche minuto, veramente pochi, si alza si pulisce le labbra finisce l'ultimo pezzo di pane e se ne torna al campetto
un pompino in cambio di un Toblerone
i condomini I.A.C.P. negli anni '80 di una città filosovietica riservavano economie alternative molto convincenti e quel terrore quella sorpresa di una scoperta così mistica e quel campetto che poi vide morire un'intera generazione di oppiacei e malattie conseguenti mi regalarono un momento che per tutti gli anni a venire, se così si può dire, accese le mie fantasie
Barbara non tornò mai più preferì mantenere le sue abituali frequentazioni
morì di overdose dopo qualche anno passato sui viali d'Emilia
viali dove fu subito sostituita da qualche nigeriana dai capelli stirati e senza titolo di studio
Barbara, Barbara dovrebbe aver lasciato una figlia
una figlia che oggi avrà poco più dei suoi anni di allora
vorrei poterla conoscere quella figlia e rivedere in lei i punti neri sul naso che aveva sua madre.

martedì 2 novembre 2010

Smontare cose del 1988

Piccola nota ottimistica.
Non essere un medico ha i suoi vantaggi. Uno di questi, ad esempio, consiste nel poter aprire e chiudere, asportare pezzi dalle cose con cui si lavora, senza dover chiedere il permesso nè alle cose stesse, nè ai loro parenti.






E' concesso sbagliare e anzi se dovesse succedere, le regole del vivere comune suggeriscono l'uso di un'espressione a vostra scelta tra le molte disponibili (se vi pare, potete lanciarvi e forgiarne una nuova) con cui commentare e liquidare così con tranquillità l'intera vicenda. Dopo qualche serata potrete persino riderne al bar con gli amici.






E' quindi con una buona dose di giustificato ottimismo e con questi pensieri che mi sono dedicato allo smontaggio e al recupero dei pezzi della scavatrice.

Le foto a lato documentano il lavoro, rivelatosi incredibilmente facile se l'obiettivo fosse stato fare a pezzi la struttura senza riguardo con una motosega, e incredibilmente difficile se tra le priorità rientra cercare di non rompere niente.


Tanto tempo fa, un bambino diventò improvvisamente triste: il suo giocattolo si ruppe, senza preavviso, senza che avessimo mai litigato. Così, da un giorno all'altro, semplicemente smise di funzionare. Poi quel bambino diventò un uomo, ma ancora nella sua mente rieccheggiavano i ricordi di quel momento.







Ora, dopo tanti anni, tutto è chiaro. La causa: una saldatura male eseguita, che a seguito di una botta è saltata. La conseguenza: il gioco si interrompe, gli occhi si inumidiscono, etc.



Lascio a voi o ad un altro post le speculazioni: a me rimane solo una triste storia di dolore e un giocattolo che si ruppe.


Dopo una mezzoretta, ecco il risultato di tanto impegno intellettuale e fisico.



Questo lavoro fornirà la base per qualsiasi progetto semovente futuro!

Tra i pezzi recuperati, un buon numero di motori da provare.
Da questo uscivano i rumori del cantiere: "brrr brrr wokawoka woka truuu baaa METTETEVI IL CASCHETTO CHE ARRIVA IL CONTROLLO!" etc. se non avete mai visto un cantiere, visitatelo.
Il telecomando, mirabile prodigio della tecnica, concretizzazione di volgare plasticaccia di nobili esercizi ed equazioni.










Progetto Lazarus

Dopo il meraviglioso esordio con l'arduino di cui vi ho parlato, preso da irrefrenabile entusiasmo mi sono lanciato nel recupero di pezzi utili ai miei progetti. Prima di fare a pezzi il tostapane o qualcuno dotato di pacemaker per recuperare pezzi interessanti per i miei fini sono andato in cantina alla ricerca di scatole del tesoro dimenticate da altri in altri tempi.

Mai ricerca umana fu più fruttuosa. Mentre frugavo tra le scatole polverose, mi è caduto l'occhio su questo: 


Una vecchissima scavatrice radiocomandata, con la quale ho condiviso ben più di un gaio momento nella mia spensierata gioventù. Per quanto ne so, si è rotta un triste giorno e non è mai stata toccata. Quale saggezza, quale proverbiale previdenza in un bambino che si oppose a buttare via il giocattolo rotto!

Signori, Signore, inizia oggi un grande progetto con l'arduino: il progetto lazarus!

lunedì 1 novembre 2010

Hello World!

Ho deciso di seguire questo tutorial, decisamente ottimo per chi, come me, si avvicina per la prima volta al mondo dell'elettronica e ha la manualità di un grapolita (non prendetevela, ma se vi siete estinti, un motivo ci sarà).


Il mio modello è un arduino UNO, in commercio da relativamente poco, e uso Debian Sid sull'eee-pc quale sto lavorando.


Cominciamo con il software:


"Linux doesn't have any drivers to install, assuming you're running a v2.6 kernel."


ok, ottimo! se non sapete che versione del kernel state usando (male) lo potete verificare con


luke@edi:~$ uname -a
Linux edi 2.6.32-5-686 #1 SMP Wed Feb 24 18:07:42 UTC 2010 i686 GNU/Linux



Collegato allora l'arduino via USB, noto che


luke@edi:~$ dmesg | tail
[25312.952753] usb 4-2: new full speed USB device using ehci_hcd and address 8
[25313.046802] usb 4-2: New USB device found, idVendor=2341, idProduct=0001
[25313.046805] usb 4-2: New USB device strings: Mfr=1, Product=2, SerialNumber=220
[25313.046807] usb 4-2: Product: Arduino Uno
[25313.046808] usb 4-2: Manufacturer: Arduino (www.arduino.cc)
[25313.046809] usb 4-2: SerialNumber: 6493832333135131A221
[25313.046886] usb 3-1.1: configuration #1 chosen from 1 choice
[25313.103562] cdc_acm 4-2:1.0 ttyACM0: USB ACM device



Un veloce controllo


luke@edi:~$ ls -l /dev/ttyACM0
crw-rw---- 1 root dialout 166, 0 Nov  1 16:41 /dev/ttyACM0



mi suggerisce di aggiungermi al gruppo dialout se già non ci sono:


luke@edi:~$ id
uid=1000(luke) gid=1000(luke) groups=1000(luke),20(dialout),29(audio),40(src),44(video),1002(wireshark)


perfetto: la schedina funziona ed è riconosciuta dal sistema. E' tempo di presentare la scheda al pc e metterli in comunicazione, e di spiegare all'arduino cosa vogliamo che faccia.
A questa pagina è possibile trovare il software necessario. D'altra parte, leggo qui che esistono i pacchetti per Debian:


luke@edi:~$ aptitude show arduino
Package: arduino                         
New: yes
State: installed
Automatically installed: no
Version: 0018+dfsg-4
Priority: extra
Section: electronics
Maintainer: Scott Howard <showard314@gmail.com>
Uncompressed Size: 3,863k
Depends: default-jre | java6-runtime, libantlr-java, libecj-java, libjna-java, liboro-java, librxtx-java, openjdk-6-jdk | sun-java6-jdk, arduino-core (= 0018+dfsg-4)
Recommends: extra-xdg-menus
Description: AVR development board IDE and built-in libraries
 Arduino is an open-source electronics prototyping platform based on flexible, easy-to-use hardware and software. It's intended for artists, designers, hobbyists, and
 anyone interested in creating interactive objects or environments.


 This package will install the integrated development environment that allows for program writing, code verfication, compiling, and uploading to the Arduino
 development board. Libraries and example code will also be installed.
Homepage: http://www.arduino.cc




Fantastico, ma la versione disponibile in sid è la 0018, mentre i possessori di arduino UNO hanno bisogno della 0021 (come ci si accorge subito, cercando di configurare il programma, la scheda non appare tra quelle disponibili)! 



Installata dunque la versione corretta e scelta dal menu la nostra scheda, dobbiamo solo provare a scrivere qualche programma! Nella documentazione e nel programma appena installato sono compresi molti esempi auto-esplicativi e commentati, da cui consiglio di partire. 

Naturalmente e' disponibile qui una lista di librerie, esempi e tutto cio' che possiamo desiderare!




Come primo esempio, ho provato con questo Sketch:

/*
  Blink
  Turns on an LED on for one second, then off for one second, repeatedly.

  This example code is in the public domain.
 */

void setup() {               
  // initialize the digital pin as an output.
  // Pin 13 has an LED connected on most Arduino boards:
  pinMode(13, OUTPUT);    
}

void loop() {
  digitalWrite(13, HIGH);   // set the LED on
  delay(1000);              // wait for a second
  digitalWrite(13, LOW);    // set the LED off
  delay(1000);              // wait for a second
}

che naturalmente trovate tra gli esempi.
La mia scheda e' una di quelle con un led gia' connesso al pin 13, ma e' possibile aggiungerne uno per sentirci gia' un po' fighi (e per darci un sacco di spunti di conversazione al pub: ehi ho costruito il mio primo circuito della mia vita!) non resta che verificare la sintassi e uploadare il tutto sulla schedina.

ed ecco, signori e signore, il risultato del lavoro:








sabato 30 ottobre 2010

Dalle parole ai fatti, o almeno ai primi acquisti


A questo link un elenco dei siti dove è possibile acquistare la scheda e molto altro.

 Ho fatto l'ordine mercoledì sera qui e venerdì, puntualmente, mi è arrivato tutto quanto. in un magnifico scatolo portato da degli altrettanto magnifici omini frettolosi

Contenuto:

  • 1 x  Arduino UNO                       26,40EUR
  • 1 x Hitec HS-422  (servo)           12,50EUR
  • 3 x PCB Push Switch                    1,50EUR
  • 1 x 100KOhm Potentiometer       1,80EUR
  • 10 x LED 5mm - GREEN                1,00EUR
  • 1 x 37 x 33mm Solar Cell              7,30EUR
Totale: un sacco di soldi. D'altra parte ho speso molto meno rispetto a questo.


E' finalmente giunto il momento di mettersi al lavoro con questa bellezza! La schedina è veramente piccola, eccola in tutto il suo splendore sulla mia scrivania.

Si notano in alto i 14  pin di digital input/output e in basso sulla destra i 6 di analog inputs. il pulsantino di reset è quello marrone. Si notano 3 leds: ON/TX/RX che segnalano rispettivamente lo stato della scheda e dati ricevuti/inviati. Un altro led senza una funzione apparente è tra i pin digital 13 e GND

E' possibile alimentare la scheda via USB o tramite alimentatori esterni da 9V.

E' ovviamente disponibile sul sito una descrizione tecnica dettagliata.

Arduino: an open-source electronics prototyping platform

Un arduino UNO. Photo by the Arduino Team
Qualche mese fa, mentro ero alla ricerca di nuovi hobby, stufo dei soliti puzzle mi sono imbattuto in http://www.arduino.cc/.
 Dopo una rapida occhiata al sito, ai progetti, al forum e alla sezione dedicata ai tutorials, ha subito cominciato a prudermi la celeberrima coscienza al fosforo piantata tra l'aorta e l'intenzione di deandreana memoria.

Di cosa sto parlando?

"Arduino is an open-source electronics prototyping platform based on flexible, easy-to-use hardware and software. It's intended for artists, designers, hobbyists, and anyone interested in creating interactive objects or environments.
Arduino can sense the environment by receiving input from a variety of sensors and can affect its surroundings by controlling lights, motors, and other actuators. The microcontroller on the board is programmed using the Arduino programming language (based on Wiring) and the Arduino development environment (based on Processing). Arduino projects can be stand-alone or they can communicate with software on running on a computer (e.g. Flash, Processing, MaxMSP)."